Nino Giuseppe Critelli

Chiesa di San Maria delle Grazie a Civitaquana

Chiesa di San Maria delle Grazie

Civitaquana


Come arrivare: arrivare: A24/A25 RM-PE uscita Alanno-Scafa/ proseguire in direzione Alanno/ Cugnoli/ Civitaquana da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ A25 direzione Pescara/ uscita Alanno-Scafa/ proseguire in direzione Alanno/ Cugnoli/ Civitaquana
Notizie: La chiesa di S. Maria delle Grazie a Civitaquana è stata fondata dai Benedettini nella seconda metà del XII secolo (prima metà per il Gavini). L'impianto romanico delle strutture è ancora ben leggibile nonostante il complesso abbia subito nel corso dei secoli vari rifacimenti e trasformazioni. Nel XIV secolo la chiesa fu ampliata con l'aggiunta di due navatelle per lato, che le fotografie allegate al testo del Gavini sulla Storia dell'Architettura in Abruzzo ancora documentano; negli anni 1935-38, durante una complicata e discussa operazione di restauro stilistico, furono alla fine rimosse. Si decise invece di mantenere nella navata centrale la copertura a volte a botte che aveva sostituito, probabilmente anch'essa nel Trecento, l'originaria volta a crociera (a travature di legno a vista secondo il Gavini). Nonostante le discutibili scelte ed le interpretazioni di stile compiute, il restauro degli anni Trenta del Novecento ha consentito il recupero di un'opera di notevole inFacciata esterna Chiesa S. Maria delle Grazie di Civitaquanateresse. L'impianto della chiesa ha una matrice chiaramente lombarda per la semplice scansione delle tre navate chiuse da tre rispettive absidi semicircolari, senza utilizzo di transetto. L'interno, raccolto e accogliente, è tutto in laterizi; non ci sono finestre lungo le navate e le uniche fonti di luce sono le aperture della facciata e le piccole monofore delle absidi. A ciascuna delle quattro campate della nave maggiore, coperte a botte, corrispondono nelle navate laterali due campate dalle volte a crociera. I sostegni, polistili a sinistra e pseudocruciformi a destra, si alternano a pilastri cilindrici e sostengono la ricaduta degli archi trasversali dal profilo leggermente arcuato. I capitelli sono l'unico elemento in pietra e presentano negli angoli delle semplici smussature triangolari. Un sedile dalla forma grossolana segue il profilo semicircolare dell'abside maggiore e si interrompe al centro per far posto alla cattedra. Sul pilastro dell'arco di trionfo si conserva un interessante rilievo raffigurante un Santo databile al XII secolo. Completano la decorazione un affresco rappresentante San Martino e la cappella gentilizia dedicata a San Rocco. All'esterno la chiesa presenta una facciata a due spioventi, invece del coronamento rettilineo maggiormente utilizzato in Abruzzo, ed un decoro "lombardo" ad arcatelle cieche che troviamo anche lungo il fianco della chiesa e a movimentare la parete curvilinea delle absidi. In facciata la teoria di archetti pensili segue il profilo della capanna spezzata e divide in due ordini il corpo centrale.
Il primo ordine è ulteriormente ripartito da semicolonne in laterizio che inquadrano il portale maggiore lunettato; nel secondo ordine è stata ripristinata nel corso dell'ultimo restauro una trifora in luogo dell'originale rosone. Lungo il fiancoInterno Chiesa S. Maria delle Grazie di Civitaquana sono visibili frammenti di un portale decorato negli stipiti e nell'architrave da un tralcio "spolpato e nudo" (Gandolfo 2004) che si sviluppa dalle fauci di un leone e dal becco di un uccello e dispone tra le volute le rade fogliette "alla disperata ricerca di un ordine". Allo stesso autore del portale il Gandolfo attribuisce l'antico pulpito della chiesa, del quale non rimangono che pochi rilievi. Tra i frammenti erratici della chiesa di Civitaquana c'è anche una epigrafe che ricorda il magister Iohannes e la committenza di un abate omonimo. Il magister potrebbe essere lo scultore del pulpito e del portale, ma anche l'architetto della chiesa. In questo ultimo caso, il maestro Giovanni ci appare come una personalità capace di reinterpretare le forme del linguaggio romanico lombardo giunte in Abruzzo attraverso la mediazione marchigiana (il Bartolini Salimbeni e Ghisetti Giavarina propongono un confronto con la chiesa di S. Maria di Portonovo presso Numana e la chiesa di S. Vittore alle Chiuse presso Genga -1992). Lungo il fianco sinistro della chiesa si eleva una massiccia torre campanaria che riutilizza nella parte basamentale diversi materiali di spoglio di un perduto edificio di età romana. Una targa indica il 1464, l'anno di edificazione (o di ricostruzione a seguito di un terremoto), ed il nome dell'architetto, Diodato di Michele, mentre un rilievo raffigura lo stemma dei Camponeschi, nobile famiglia aquilana probabile committente dell'opera. La parte terminale della torre e la cella campanaria sono invece riferibili al Settecento e riflettono nella essenzialità delle linee echi di gusto neoclassico.
Stato: Agibile

Chiesa di San Francesco a Chieti

Chiesa di San Francesco

Chieti


Facciata Esterna Chiesa San Francesco - Chieti

La chiesa di San Francesco detta "al corso" per la sua posizione urbanistica o anche "della scarpa" in virtù della presenza dei francescani conventuali, è la chiesa più importante di Chieti dal punto di vista storico, artistico ed architettonico, dopo l'attigua Cattedrale di San Giustino. Situata a pochissima distanza dalla cattedrale di San Giustino (ed attualmente separata da un dislivello anticamente assente) la chiesa dei Francescani ed il relativo convento fanno risalire la data di fondazione al 1239. Preesisteva tuttavia in loco una chiesetta ancora precedente, dedicata a San Lorenzo. Le dimensioni e la monumentalità del primo complesso francescano erano comunque più contenute, confacendosi anche alle preferenze dell'ordine mendicante; la chiesa poi fu ampliata ed abbellita nel corso dei secoli, anche per via della sua funzione di "foresteria", ovvero scelta per ospitare, al suo interno, gran parte delle cappelle dedicate alla devozione di famiglie e comunità originarie di altre regioni, trasferitesi poi a Chieti per affari. I primi lavori furono compiuti sotto la spinta del nobile teatino Antonio Gizzi, prima sostenitore e poi francescano a sua volta: egli riuscì ad acquisire la chiesa di San Lorenzo e fece erigere un primo romitorio a sue spese. Nel trecento venne eretta la facciata laterizia che oggi rimane originale solo nella parte superiore; la fabbrica prese inoltre le dimensioni attuali, anche se è presumibile che inizialmente la chiesa fosse divisa in tre navate. Alla fine del cinquecento cominciarono i lavori destinati a dare l'aspetto definitivo al complesso chiesistico-conventuale, con la trasformazione del san Francesco in un'aula unica con profonde cappelle per ogni lato. Nel 1620 venne quindi completato il refettorio dell'attiguo convento.

Scalinata Chiesa di San Francesco - ChietiNel 1689, poi, venne rafforzata pesantemente la struttura muraria della zona presbiteriale allo scopo di costruire l'ardita cupola che illumina la chiesa svettando nel panorama della città di Chieti. Al primo settecento si deve invece l'inizio del rinnovamento barocco della struttura, che esternamente rimarrà compiuto solo nella metà inferiore della facciata ma che renderà l'interno della chiesa francescana il più sontuoso, almeno pittoricamente, dell'intera città. Dovevano ancora venire, negli anni, la soppressione murattiana degli ordini mendicanti (che costrinse i frati a lasciare l'attiguo convento, oggi sede dell'intendenza di finanza), il ritorno parziale, lo sbancamento del colle per consentire l'abbassamento della sede stradale ed il collegamento del corso con l'attigua via Arniense, la costruzione di un'artistica scalinata vignolesca (opera di Tommaso Scaraviglia) nel 1863 per consentire, dopo i lavori, l'ingresso alla chiesa ed in ultimo, l'incendio del coro ligneo, che, nei primi anni del XX sec. danneggiò gravemente tutta la zona presbiteriale, costringendo il rinnovo di gran parte della decorazione. Si tratta di una chiesa a pianta basilicale con una sola navata, transetto non eccedente in pianta, abside quadrangolare e cinque profonde cappelle per lato, alle quali vanno aggiunte le due ricavate nel transetto, sopra il quale si apre la cupola.L'intera chiesa è decorata da stucchi e pitture, a tela e su muro. Di notevole importanza è soprattutto il patrimonio pittorico conservato nelle singole cappelle.

Chiesa di Santa Chiara a Chieti

Chiesa Santa Chiara

Chieti


Facciata interna Chiesa Santa Chiara di Chieti

Come arrivare: A24/A25 RM-PE uscita Chieti da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Roccaraso/ Sulmona/ A25 direzione Pescara uscita Chieti
La chiesa di Santa Chiara fu edificata a partire dal 1644 a fianco al preesistente convento delle Clarisse. La costruzione della chiesa affonda le radici in una vicenda di circa un secolo prima. Nel 1557 le suore furono costrette a cedere il monastero ai frati Cappuccini ottenendo in cambio un sito in località Facciata interna Chiesa Santa Chiara di ChietiSanto Spirito per poterlo ricostruire. L'intento delle suore era quello di realizzare un edificio molto più imponente del primo tanto da farne una delle chiese conventuali barocche più importanti d'Abruzzo e sicuramente la maggiore dell'Ordine nella regione. I lavori strutturali durarono circa un secolo, anche se nel 1720 gran parte del lavoro era compiuto, come testimonia l'iscrizione all'ingresso circa la consacrazione della chiesa in quell'anno. La chiesa presenta la struttura conventuale abruzzese tipica del periodo a cavallo tra Seicento e Settecento. Un'aula con copertura a botte e due cappelle per lato sbocca in un transetto più grande, una piccola cupola ovale sovrasta il presbiterio. I lavori di decorazione dell'interno, consistenti soprattutto negli  stucchi, si svolsero tra il 1680 e il 1790 e manifestano una matrice prevalentemente barocca seppure è possibile rintracciare elementi di gusto tardo settecentesco. Infatti è utile distinguere due modi decorativi corrispondenti a due fasi diverse; quello plastico-scultoreo trova espressione negli altari laterali e quello tardo-barocco si esprime in festoni di ghirlande, decorazioni a trama ed è presente nella finta cupola sopra l'altare, nelle volte e nel presbiterio. Questi ultimi lavori furono realizzati dai fratelli Antonio e Giuseppe Piazza nel 1765. Quasi tutti gli autori degli stucchi sono artisti di impronta lombarda, tra i quali va segnalato Carlo Piazzola e Alessandro Terzani. Il fatto che la decorazione sia stata completata solo nell'Ottocento fa sorgere dubbi sulla sua originalità seppure gli interventi ottocenteschi manifestino una maggiore pesantezza. Tra le decorazioni che coprono tutta la chiesa spiccano gli altari posti alle testate del transetto che si distinguono per la ricchezza dei decori e per le vistose colonne tortili.

Opi (AQ)

Opi

Panorama Opi (AQ)

Panorama Opi (AQ)

Antica 'Ope', subì nel 1654 gravi danni a causa di un violento terremoto. Centro agricolo della Marsica, si trova nella Valle del Sangro, raggruppata sulla cresta di uno sperone roccioso che sbarra la via alle falde del Monte Marsicano. Posta nel Parco Nazionale D'Abruzzo è punto di partenza per itinerari verso il Valico di Serra delle Gravare, verso il Monte Settefrati, il Valico di Val Fondino, il Passo dell'Orso ed il Monte Picinisco. Da visitare la Chiesa di S. Maria Assunta, con un bel campanile del XIVsec. e l'antica Casa D'Orazio. Ogni anno il 27 febbraio, si svolge una fiaccolata mascherata sulla neve con gli sci da fondo. Ottimo prodotto di questi luoghi sono le lenticchie di montagna, piccole e saporitissime.

La Valle Peligna

La Valle Peligna

La Valle Peligna costituisce uno dei territori dell'Abruzzo abitati sin dall'antichità, si ricorda la fondazione leggendaria di Sulmona avvenuta per l'eroetroianoSolimo nel 1180 a.C. Questa terra è stata la patria dell'antico popolo italico deiPeligni e la città di Corfinium fu la capitale della Lega Italica, alleanza di popoli italici, che nel 91 a.C. si ribellò aRoma. Sulmona , patria di eminenti personaggi della cultura e città d'arte, è stato Municipio romano. In epoca sveva e per gran parte del medioevo fu il centro amministrativo dell'Abruzzo.

Elezioni Politiche 2013

Elezioni politiche 2013

News dell'ultima ora:

CAMERA: VINCE IL CENTROSINISTRA (29,5) - CENTRODESTRA 29,1; SENATO: CAOS, CENTROSINISTRA 31,6, CENTRODESTRA 30,6.

MOVIMENTO 5 STELLE PRIMO PARTITO IN ITALIA

Elezioni Politiche 2013

Guarda i risultati dello scrutinio del Senato

Guarda i risultati dello scrutinio della Camera

Candidati DEPUTATI in Abruzzo eletti:

Pd

  1. Giovanni Legnini
  2. Antonio Castricone
  3. Tommaso Ginoble
  4. Maria Amato
  5. Yoram Gutgeld
  6. Vittoria D'Incecco

Sel

  1. Gianni Melilla

Pdl

  1. Filippo Piccone
  2. Paolo Tancredi
  3. Fabrizio Di Stefano

Movimento 5 Stelle

  1. Gianluca Vacca
  2. Andrea Colletti
  3. Daniele Del Grosso

Scelta Civica Monti

  1. Giulio Cesare Sottanelli

Candidati SENATORI in Abruzzo eletti:

Pdl

  1. Silvio Berlusconi
  2. Gaetano Quagliarello
  3. Paola Pelino
  4. Antonio Razzi.

Movimento 5 Stelle

  1. Enza Blundo
  2. Gianluca Castaldi

Pd

  1. Stefania Pezzopane

Abbazia di San Clemente di Castiglione a Casauria

Abbazia di San Clemente

Castiglione a Casauria

Costruiti sulle rovine di un antico tempio dedicato ad Ercole, Basilica e Monastero benedettino risalgono all’871. L’antica abbazia, completamente distrutta e poi riedificata, raggiunse il massimo splendore nel 1152 sotto l’abate Leonate. Di notevole ed elegante struttura architettonica romanico-gotica, il tempio costituisce uno dei gioielli più rappresentativi dell’antica arte medioevale Abruzzese, con le sue pregevoli sculture e gli artistici affreschi. Nei pressi dell’ingresso conserva statue acefale, nel vialetto antiche pietre e capitelli romani e medioevali. La facciata si presenta a blocchi di pietra, l’elegante portico è a tre arcate: la mediana a tutto sesto, le laterali ogivali; senz’altro originali i capitelli uno diverso dagli altri, con motivi scultorei intorno agli archi. Molto interessante è l’architrave, le cui sculture narrano la storia dell’abbazia dalla donazione delle reliquie di San Clemente Papa da parte del Pontefice Adriano II alla permuta del sito di Casauria con il Vescovo di Penne Grimaldo. Nella lunetta sono raffigurati S. Clemente in cattedra e l’abate Leonate che offre la basilica, assistito da altri monaci. Conserva fregi, cornici scultoree, arcatelle, quattro bifore: due architravate, le altre ad archetti acuti. Le maestose muraglie laterali vantano sagomate cornici e arcatelle varie.

Santuario del Volto Santo di Manoppello

Santuario del Volto Santo

Manoppello

Inerno Santuario del Volto Santo a Manoppello (PE)Il Volto Santo è un'immagine di tema religioso conservata a Manoppello (PE). Si tratta di un velo tenue che ritrae l'immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, ritenuto essere quello di Cristo. Secondo Chiara Vigo il velo è di bisso marino, ma c'è anche chi, come Gian Marco Rinaldi, ritiene che tale affermazione non sia provata.L'immagine ritratta, secondo una tradizione, è "acheropita", cioè un'immagine che sarebbe "non disegnata o dipinta da mano Facciata esterna del Santuario del Volto Santo di Manoppello (PE)umana", ed ha una caratteristica unica al mondo, l'immagine è visibile identicamente da ambedue le parti. I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l'ordito e la trama, visibile ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. Le misure del panno sono 0,17 x 0,24 m. Questa reliquia di origine ignota giunse a Manoppello nel 1506, portata da uno sconosciuto pellegrino, scomparso senza lasciare traccia subito dopo aver consegnato il Velo al fisico Giacomo Antonio Leonelli. È tuttora conservata nel paese abruzzese, nell'omonimo Santuario.

Teca Volto Santo conservata nel Santuario del Volto Santo di ManoppelloIl 1º settembre 2006, papa Benedetto XVI si è recato in visita privata a Manoppello, accolto dal vescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte e dai vescovi della Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise, dai sacerdoti della diocesi teatina e da 7000 fedeli; ha fatto visita al santuario per venerare l'immagine, senza peraltro pronunciarsi sul fatto che il Volto possa essere o meno un'immagine acheropita e che possa essere identificato con la Veronica.Dopo tale visita papa Benedetto XVI ha elevato il santuario a Basilica minore.

Chiesa di San Pelino a Corfinio

La chiesa di San Pelino è il duomo di Corfinio, e concattedrale della diocesi di Sulmona-Valva. L’antica Corfinium assunse il nome di Valva in epoca longobarda; divenne poi Pentima, per assumere definitivamente il nome di Corfinio nel 1928, in ricordo dell’antica città italica.

San Salvo (CH)

San Salvo

Il Mare di San Salvo

Centro che domina la piana attraversata dal fiume Trigno. La cittadina, sorta verso la metà del XIII sec., si è sviluppata intorno ad un convento di monaci benedettini. E' stata sede di Abazzia Nullius, successivamente distrutta dall'invasione turca del 1553. Il posto annovera anche un'intensa attività industriale in pieno sviluppo. Poco distante, sul litorale, sorge S. Salvo Marina, conosciuta località balneare affacciata su una spiaggia sabbiosa ben attrezzata.

San Salvo

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