Chiesa di Orazione e Morte a Castel di Sangro
Chiesa di Orazione e Morte
Comune: Castel di Sangro
Come arrivare: A24/A25 RM-PE uscita Pratola Peligna-Sulmona/ proseguire sulla SS 17 in direzione Sulmona/ Roccaraso/ Castel di Sangro da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Roccaraso/ Castel di Sangro
Notizie: La chiesa di Orazione e Morte venne edificata nel 1736 per volontà della Confraternita di Morte e Orazione che, già costituita con bolla papale il 14 novembre 1683 nella antica chiesa di S. Antonio Abate, si trasferì nella nuova chiesa al tempo della sua edificazione. La prima testimonianza della nuova costruzione è la visita da parte del vescovo di Trivento, Fortunato Palombo, il 28 ottobre dello stesso anno. La chiesa presenta una pianta centrale ottenuta attraverso la realizzazione di un'aula coperta da cupola sulla quale si innesta un vano rettangolare d'ingresso che ospita gli scanni lignei destinati alle riunioni della confraternita. A scandire lo spazio del vano centrale sono i pilastri che sostengono la cupola e che portano alla formazione di piccole cappelle laterali decorate da dipinti su tela. Per oltre un decennio la chiesa rimase priva di decorazione interna che venne realizzata qualche anno dopo, nella seconda metà del Settecento. All'esterno la matrice barocca si evidenzia nella scala a doppia rampa che dà slancio all'intero edificio e che, attraverso l'arrotondamento della parte centrale, costituisce un raccordo tra l'edificio e lo spazio urbano circostante. La chiesa veniva utilizzata inizialmente come cimitero per i confratelli che lì trovavano sepoltura; questa funzione spiega l'innalzamento della chiesa rispetto al piano stradale, che doveva consentire uno spazio sufficiente per le sepolture, e dà ragione dei continui richiami al tema della morte. Decorazioni macabre sono diffuse all'esterno, sul portale e sulla balaustra della scalinata, ma anche all'interno della chiesa, sulla cantoria, nelle volte o nelle cappelle laterali. Si tratta nella maggior parte dei casi di teschi o ossa incrociate ma anche di dipinti raffiguranti scene di morte e distruzione. Sono tre le pitture settecentesche che rappresentano La guarigione del paralitico di Gerusalemme, Il martirio dei sette fratelli ordinato da Antioco e Giuda Maccabec che ordina di raccogliere i morti di Odallam. Queste tele, oggi in notevole degrado, hanno un riconosciuto valore artistico seppure solo di quella a destra dell'altare è noto l'autore, identificato in Gaetano Sacchetti de Rubeis (1740).
Informazioni: Municipio tel. 0864-8242205 Curia Diocesana di Sulmona tel. 0864-34065
Stato di agibilità: Agibile