Ex Monastero di Santa Scolastica a Pescocostanzo

Ex monastero di Santa Scolastica

Comune:  Pescocostanzo
Come arrivare:  A24/A25 RM-PE uscita Sulmona-Pratola Peligna/ proseguire lungo la SS 17 direzione Roccaraso/ Rivisondoli/ Pescocostanzo da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Rivisondoli/ Pescocostanzo
Notizie:  Oggi noto come Palazzo Fanzago, dal nome del celebre architetto bergamasco che lo progettò, il convento di Santa Scolastica è sicuramente uno dei maggiori esempi di Barocco in Abruzzo. Posto al centro del nucleo storico di Pescocostanzo, sul sito di un preesistente ospedale annesso alla chiesa di San Nicola, rivela nella sua posizione centrale l'importanza che esso doveva avere per la comunità. Secondo quanto riportato da Liborio De Padova furono le famiglie nobili pescolane a supportare economicamente la costruzione del convento destinato ad accogliere fanciulle di estrazione sociale elevata. (Liborio De Padova, 1866). Questo spiega l'intervento in un piccolo centro montano di un architetto di spicco dell'epoca, Cosimo Fanzago, che lavorò soprattutto a Napoli e soggiornò nel piccolo centro montano tra il 1624 e il 1630. Il progetto del monastero di Santa Scolastica fu uno dei suoi primi lavori. La costruzione venne iniziata nel 1624 e si protrasse negli anni successivi fino al 1642 senza arrivare a conclusione. Dei quattro lati previsti ne furono costruiti solo tre, due dei quali vennero abbattuti dal terremoto del 1706, che lasciò in piedi solo quello principale che affaccia sulla piazza. A darci un'idea della costruzione originaria è un documento notarile del 1697 contenente una dettagliata descrizione dell'edificio come si presentava all'epoca, cioè incompleto e in cattivo stato di conservazione. Da esso risulta un edificio quadrilatero cha fa isolato, che presenta una particolarità nelle misure.
Il lato opposto alla fronte principale doveva essere più lungo degli altri, in modo da dare all'intera costruzione forma di un trapezio con i lati convergenti sulla piazza. Quello che rimane oggi, anche a seguito del catastrofico terremoto, è solo la facciata principale, sulla quale si concentrò l'attenzione del grande architetto. Il prospetto è stato concepito come una quinta che chiude lo spazio retrostante e definisce il campo triangolare della piazza, della quale diventa assoluto protagonista. Posta in continuità con la preesistente chiesa di San Nicola, la facciata presenta un andamento rettilineo e asimmetrico; la descrizione del 1697 parla di un solo portale posto in posizione laterale. La destinazione d'uso dell'edificio, un convento di clausura, impediva l'apertura di finestre che, perciò, furono sostituite da sei grandi nicchie che alternano il timpano di coronamento chiuso a quello spezzato. Esse avevano una duplice funzione, decorativa ed architettonica: scandire lo spazio lineare della fronte chiusa dai due cantonali in pietra. Sono sei le nicchie timpanate che servivano a movimentare e ad arricchire la superficie architettonica. Sono realizzate in pietra e arricchite da lesene affiancate da piatte volute poggianti su mensole. Il riferimento della scelta fanzaghiana è la nicchia con edicola utilizzata nelle fronti delle chiese del tardo Cinquecento, che associa la nicchia all'edicola e che presenta il motivo ornamentale della conchiglia nel catino. Le nicchie in pietra scura risaltano sul fondo bianco della parete ad intonaco, creando un contrasto cromatico altamente scenografico. A sottolineare il carattere di linearità della facciata sono le mensole dello sporto di gronda raffiguranti il drago alato. Si tratta di capitelli di legno intagliati e ben lavorati, di cui il maggiore è quello che fa angolo. Il motivo del dragone appare per la prima volta a Pescocostanzo nei bassorilievi della pala d'altare dell'Assunta, oggi trasferito nel Cappellone del Sacramento. L'invenzione del motivo del drago alato è da attribuirsi a Norberto Cicco, mentre l'esecuzione potrebbe essere di Palmerio Grasso. E' evidente la capacità del Fanzago di conciliare il linguaggio barocco con quello classicistico. Analogie stilistiche si riscontrano con l'altare maggiore del convento di Gesù e Maria, altra opera fanzaghiana degna di nota, e costituiscono un nuovo linguaggio architettonico che influenzò la produzione artistica dell'epoca nella zona circostante. Se l'esterno, ad eccezione delle nuove porte aggiunte a quella principale, rimane sostanzialmente identico alla costruzione originaria, l'interno risulta completamente snaturato a causa della diversa destinazione d'uso. Dal portone principale si accedeva ad un parlatorio voltato con cancellata di ferro e da questo, attraverso un portone in pietra, al chiostro retrostante. Lungo la facciata principale erano due stanzoni coperti a volta al primo piano collegati tramite una gradinata in pietra ad altrettante sale poste al piano superiore. Lungo le altre due facciate erano i dormitori. Oggi nell'unico lato rimasto sono state ricavate botteghe al piano terra e locali adibiti a museo al piano superiore. A queste modifiche funzionali hanno corrisposto modifiche strutturali, come l'apertura di nuovi accessi e finestre nel lato posteriore, che hanno modificato l'aspetto originario del prospetto sul giardino interno.
Informazioni:  Municipio tel. 0864-640003 Palazzo Fanzago - Museo del Tombolo tel. 0864-640004
Stato di agibilità:  Agibile
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