Festeggiamenti in onore di San Venanzio a Raiano

Solenni festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate e San Venanzio Martire

I festeggiamenti si protaggono tre giorni, 16 – 17 e 18 maggio durante i quali si svolge la fiera. Insieme a San Venanzio viene festeggiato di nuovo Sant’Antonio Abate, infatti, il 17 c’è la processione della statua del Santo che si dirige verso il convento degli Zoccolanti, dove ha luogo lo sparo che ha il fine di avvertire gli abitanti dei paesi vicini e chiamarli a raccolta. 

Durante i tre giorni, mattina e sera si poteva assistere ai concerti bandistici che il popolo ascoltava con molto interesse; oggi questi concerti vengono fatti solo la sera del 17 e del 18, mentre l’ultima sera c’è l’esibizione delle orchestre. Molti anni fa per far fronte alle spese dei suonatori, questi venivano accolti dalle famiglie, dove ricevevano vitto e alloggio. La festa di San Venanzio si svolge presso l’eremo e i pellegrini recano in mano dei ciuffi di cinciapallante, un’erba che per i fedeli simboleggia il “grano di san Venanzio” o i suoi “capelli”.

Dopo la messa solenne tra i devoti c’è una sorta di asta per portare la statua durante la processione, si procede all’assegnazione degli stendardi ai quali vengono appesi delle ciambelle; la processione fa il giro del paese e all’altezza degli Zoccolanti, la statua viene girata con la fronte verso il monte, ai piede del quale è stato allestito lo sparo cui si da fuoco. Per quanto riguarda i pellegrini, molti anni fa, arrivavano il 17 e rimanevano a Raiano fino alla sera del 18, essi dormivano all’interno della chiesa parrocchiale e dell’eremo a contatto con il luogo sacro. La festa si conclude col l’usanza di bruciare un fantoccio di carta che viene chiamato pantàseme, fantasma; esso era costituito, ora non più, da un telaio di canne ricoperte di carte colorate all’interno del quale si nascondeva un ragazzo che ballava in piazza. Successivamente si procedeva all’accensione delle lunghe micce legate ad una girandola di polvere pirica che la pantàseme aveva fissata sulla testa.Per copiare il testo citare la fonte di provenienza: www.pelignanet.it