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Chiesa di San Maria delle Grazie

Civitaquana


Come arrivare: arrivare: A24/A25 RM-PE uscita Alanno-Scafa/ proseguire in direzione Alanno/ Cugnoli/ Civitaquana da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ A25 direzione Pescara/ uscita Alanno-Scafa/ proseguire in direzione Alanno/ Cugnoli/ Civitaquana
Notizie: La chiesa di S. Maria delle Grazie a Civitaquana è stata fondata dai Benedettini nella seconda metà del XII secolo (prima metà per il Gavini). L'impianto romanico delle strutture è ancora ben leggibile nonostante il complesso abbia subito nel corso dei secoli vari rifacimenti e trasformazioni. Nel XIV secolo la chiesa fu ampliata con l'aggiunta di due navatelle per lato, che le fotografie allegate al testo del Gavini sulla Storia dell'Architettura in Abruzzo ancora documentano; negli anni 1935-38, durante una complicata e discussa operazione di restauro stilistico, furono alla fine rimosse. Si decise invece di mantenere nella navata centrale la copertura a volte a botte che aveva sostituito, probabilmente anch'essa nel Trecento, l'originaria volta a crociera (a travature di legno a vista secondo il Gavini). Nonostante le discutibili scelte ed le interpretazioni di stile compiute, il restauro degli anni Trenta del Novecento ha consentito il recupero di un'opera di notevole inFacciata esterna Chiesa S. Maria delle Grazie di Civitaquanateresse. L'impianto della chiesa ha una matrice chiaramente lombarda per la semplice scansione delle tre navate chiuse da tre rispettive absidi semicircolari, senza utilizzo di transetto. L'interno, raccolto e accogliente, è tutto in laterizi; non ci sono finestre lungo le navate e le uniche fonti di luce sono le aperture della facciata e le piccole monofore delle absidi. A ciascuna delle quattro campate della nave maggiore, coperte a botte, corrispondono nelle navate laterali due campate dalle volte a crociera. I sostegni, polistili a sinistra e pseudocruciformi a destra, si alternano a pilastri cilindrici e sostengono la ricaduta degli archi trasversali dal profilo leggermente arcuato. I capitelli sono l'unico elemento in pietra e presentano negli angoli delle semplici smussature triangolari. Un sedile dalla forma grossolana segue il profilo semicircolare dell'abside maggiore e si interrompe al centro per far posto alla cattedra. Sul pilastro dell'arco di trionfo si conserva un interessante rilievo raffigurante un Santo databile al XII secolo. Completano la decorazione un affresco rappresentante San Martino e la cappella gentilizia dedicata a San Rocco. All'esterno la chiesa presenta una facciata a due spioventi, invece del coronamento rettilineo maggiormente utilizzato in Abruzzo, ed un decoro "lombardo" ad arcatelle cieche che troviamo anche lungo il fianco della chiesa e a movimentare la parete curvilinea delle absidi. In facciata la teoria di archetti pensili segue il profilo della capanna spezzata e divide in due ordini il corpo centrale.
Il primo ordine è ulteriormente ripartito da semicolonne in laterizio che inquadrano il portale maggiore lunettato; nel secondo ordine è stata ripristinata nel corso dell'ultimo restauro una trifora in luogo dell'originale rosone. Lungo il fiancoInterno Chiesa S. Maria delle Grazie di Civitaquana sono visibili frammenti di un portale decorato negli stipiti e nell'architrave da un tralcio "spolpato e nudo" (Gandolfo 2004) che si sviluppa dalle fauci di un leone e dal becco di un uccello e dispone tra le volute le rade fogliette "alla disperata ricerca di un ordine". Allo stesso autore del portale il Gandolfo attribuisce l'antico pulpito della chiesa, del quale non rimangono che pochi rilievi. Tra i frammenti erratici della chiesa di Civitaquana c'è anche una epigrafe che ricorda il magister Iohannes e la committenza di un abate omonimo. Il magister potrebbe essere lo scultore del pulpito e del portale, ma anche l'architetto della chiesa. In questo ultimo caso, il maestro Giovanni ci appare come una personalità capace di reinterpretare le forme del linguaggio romanico lombardo giunte in Abruzzo attraverso la mediazione marchigiana (il Bartolini Salimbeni e Ghisetti Giavarina propongono un confronto con la chiesa di S. Maria di Portonovo presso Numana e la chiesa di S. Vittore alle Chiuse presso Genga -1992). Lungo il fianco sinistro della chiesa si eleva una massiccia torre campanaria che riutilizza nella parte basamentale diversi materiali di spoglio di un perduto edificio di età romana. Una targa indica il 1464, l'anno di edificazione (o di ricostruzione a seguito di un terremoto), ed il nome dell'architetto, Diodato di Michele, mentre un rilievo raffigura lo stemma dei Camponeschi, nobile famiglia aquilana probabile committente dell'opera. La parte terminale della torre e la cella campanaria sono invece riferibili al Settecento e riflettono nella essenzialità delle linee echi di gusto neoclassico.
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