Nino Giuseppe Critelli
Settimana Contro l'Usura XIV Edizione
Rivisondoli (AQ)
Rivisondoli
Rivisondoli, nella Regione degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo, si affaccia ad oriente in posizione dominante sull’altopiano del Prato ad un'altitudine media di 1.365 s.l.m., tra Roccaraso e Pescocostanzo. Un ambiente naturale di grande suggestione e un clima salubre: destinazione ideale per una vacanza estiva in montagna.
Nel centro dell’abitato spicca, con la sua facciata rossa di mattoni e finiture in pietra bianca, la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari, edificata nel 1912 su un precedente luogo di culto, arricchita da splendide vetrate policrome di Haynal (1991). Al suo interno si conservano due opere secentesche: un altare in tarsìa marmorea e un bel trittico ligneo, oltre ad un crocifisso del 1700, testimonianze delle origini più antiche di cui il piccolo centro montano, purtroppo, conserva poco. La storia documentata di Rivisondoli si colloca tra i secoli XI e XII, pressappoco come quella dei due centri vicini anche se la prima citazione risale all’ VIII sec. – Diploma di Grimoaldo II, duca di Benevento, nel 724. Il nucleo storico, ancora ben identificabile anche attraverso l’ubicazione delle porte che consentivano l’accesso al borgo (visibili Porta Antonetta, quattrocentesca, e quella nei pressi di Palazzo Sardi), ha prevalentemente una struttura urbana raccolta, con case che s’affacciano su un sistema viario reticolare originario fatto di stradine e scalinate, tipica dei sec. XVII-XVIII e con una cinta muraria (case a schiera) a nord–ovest difensiva dell’antico insediamento.
Nella parte più antica sono ancora presenti alcune emergenze architettoniche, scampate al tempo, agli eventi tellurici e bellici, nonché alla modernizzazione degli ultimi decenni: il palazzo baronale, con la prospiciente chiesetta di S. Anna e la bella chiesa del Suffragio, settecentesca. Un fervore di iniziative si registra dopo il terremoto, disastroso per l'intero Abruzzo, del 1706, che attesta la volontà di rinascita e l'ostinato attaccamento degli abitanti al proprio paese. Una comunità che, nel corso dei secoli e sin dalle origini lontane, ha lavorato e lottato. Analizzando il nome del paese, Rivisondoli, si nota che è composto, secondo la tesi di F. Sabatini, da <Rivus> (ruscello) e <Sondrium> da <Sunder>, e può significare <isolato separato>, ma anche <terreno riservato del padrone> in una azienda agricola. Quindi storia di lavoro appartato, tenace, ma anche di riposo meritato dopo la fatica (forse questo è il significato dei due guerrieri o putti, adagiati sulle sponde di un ruscello e campeggianti nello stemma comunale).
La venuta dei Reali d'Italia a Rivisondoli nel 1913 segna l'inizio del turismo che ha il suo enorme sviluppo dopo la seconda guerra mondiale. La località ha oramai consolidato il proprio nome come centro di vacanza estiva e stazione sciistica tra le più importanti in Abruzzo. Infatti, gli impianti di risalita e le piste di Monte Pratello formano con l’Aremogna e Pizzalto di Roccaraso un comprensorio di prim’ordine nel panorama dello sci in Italia. Rivisondoli è nota anche per il presepe vivente, una manifestazione con grande partecipazione popolare, unica nel suo genere, si tiene ogni anno il 5 gennaio ed è realizzata in un suggestivo ambiente montano.
Villalago (AQ)
Villalago
Piccolo centro in provincia dell'Aquila arroccato sul Monte Argoneta, dove già sorgevano alcune torri Longobarde, domina l'antica Valle de Lacu, cosi chiamata per i suoi cinque laghi. Negli anni attorno il 1000 risulta citato come Villa de Lacu quando venne fondata da coloni europei attirati molto religiosamente dal monastero di San Pietro in Lago sito in un luogo non ben identificato nei paraggi del nucleo originario.
E’ sorta nell’XI secolo per ispirazione cristiana e benedettina. In seguito, nel tardo medioevo, fu feudo di varie famiglie feudali, tra cui i Belprato, i Manso (nel 1621), con il celebre letterato Giovanbattista, biografo del Tasso, e successivamente i Lupi. Risalendo le aspre Gole del Sagittario, in un paesaggio naturale di grande suggestione, il borgo appare in alto stagliato contro il cielo, a circa 930 metri di altitudine. Come un castello irraggiungibile, fantastico, su un alto dirupo che scende fino al fiume Sagittario, le mura delle vecchie case, allineate, quasi a formare una cortina di difesa, stupiscono il visitatore. Intorno montagne con boschi di cerri e faggi, una folta vegetazione e la valle dove sorgono i suoi laghi: quello di San Domenico, dalle acque limpide e verdi, dove è praticabile la pesca alla trota; il lago di Scanno, primo per estensione e bellezza, situato in massima parte nel territorio di Villalago; il lago Pio, oasi naturale di uccelli acquatici, per gli amanti della natura. Siamo ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, in una cornice prettamente montana.
Una sequenza di vicoli, slarghi, gradinate portano al cuore del borgo, e alla scoperta della storia. Il clima salubre, piacevolmente mite, le caratteristiche territoriali ed ambientali, consentono una vacanza a stretto contatto con la naturae la pratica di attività sportive all’aria aperta: rilassanti passeggiate ed escursioni, a cavallo e con mountain bike, in tutto il comprensorio dell’Alta Valle del Sagittario, caratterizzata da flora e fauna tipiche dell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, gite in barca o windsurf,ma anche tiro con l’arco, tennis da tavolo, calcio. Il centro tennis organizza, nel periodo estivo, tornei di rilievo. Inoltre, un variegato cartellone di manifestazione culturali e di spettacolo rende il soggiorno estivo ancora più piacevole.
Villalago è entrata a far parte dell’esclusivo Club dei Borghi più belli d’Italia.
Eremo di Sant'Onofrio al Morrone
L’eremo di Sant’Onofrio al Morrone, incastonato nella roccia, si raggiunge partendo da un sentiero che inizia poco dopo la contrada Brecciarola di Serramonacesca, a circa 700 m. d'altezza, e attraverso una scalinata scavata nella pietra che è piacevole percorrere anche per i profumi della ginestra, del timo e dell’alloro che provengono dalla macchia mediterranea.
Vendo Libri Elementari-Medie-Superiori Usati
Nasce lo Sgarbizio, il gioiello di Castel di Sangro
Fontana delle 99 Cannelle a L'Aquila
Fontana delle 99 Cannelle
La fontana delle 99 cannelle si trova in una delle zone più antiche del centro storico dell’Aquila, La Rivera, nei pressi del fiume Aterno. La fontana possiede novantanove mascheroni dai quali sgorga l’acqua. E’ certo che essa venne eretta sull’antico castello di Acquili che diede nome alla città. L’opera è stata completata in diversi periodi storici.
Nel Quattrocento il Ciccarone compì il rivestimento esterno con la caratteristica composizione a scacchiera in pietra di colore bianco o rosato. Fu il Cicccarone a definire la pianta a trapezio e a dividerla su tre fonti. Sul finire del Cinquecento venne concluso il lato sinistro e nel secolo XVIII il lato destro, dal sapore barocco. La fonte comprende due vasche e, in origine, era destinata al lavaggio del bucato.
La maschera di ogni cannella è diversa dalle altre.
Novantatré contengono un fiore con rosone, simbolo del ciclo della vita; le rimanenti sono vuote e rappresentano le piaghe di Cristo. Per la tradizione, i mascheroni rappresentano i signori dei novantanove castelli che diedero vita alla città nel 1200. Tra tutti merita soffermarsi su quello dalla testa di pesce, posta sul lato destro: esso richiama la leggenda di Colapesce e, quindi, Federico II che contribuì alla fondazione dell’Aquila.