Protetto da un masso, l’eremo di Sant’Onofrio al Morrone, che sembra reggersi miracolosamente in una parete vertiginosa, fu l’ultimo fatto costruire da fra’ Pietro dopo il 1290. Vi si stabilì nel 1293 dopo aver lasciato il più selvaggio eremo di San Giovanni all'Orfento e vi restò per un anno, fino all’elezione a pontefice, per tornarci di nuovo dopo la rinuncia al papato, anche se per poco. Probabilmente prima della costruzione della chiesetta frà Pietro ne usò la grotta e alcuni locali soprastanti. Dopo l’abolizione di alcuni ordini monastici nel 1807, l’eremo di Sant’Onofrio al Morrone è stato a lungo abbandonato ed ha sofferto molti danni durante la seconda guerra mondiale La ricostruzione ne ha cambiato l’aspetto. Le dimensioni del nucleo originario erano sicuramente inferiori rispetto a quelle odierne, soprattutto in altezza.
L’oratorio, cui si accede dall’ingresso del piazzale ha una volta azzurra coperta di stelle mentre alle pareti spiccano pregiati affreschi duecenteschi raffiguranti la Crocifissione di Cristo, la Vergine con il Bambino, i busti di tre Santi e sulla parete di sinistra lo stessopapa Celestino V. La tradizione racconta che Pietro, raggiunto dalla notizia della sua elezione, vide il Crocifisso dinanzi al quale pregava accennare con il capo e solo allora pronunciò queste parole:"Do il mio assenso ai voti del Sacro Collegio ed accetto il Sommo pontificato. Mi aiuti il Signore a portarne il gravissimo giogo”.
Dopo l’oratorio troverete le suggestive cellette di Celestino e del Beato Roberto da Salle e, proseguendo oltre, gli ambienti più recenti e l’accesso ad una piccola terrazza, sul lato destro dell'eremo,con una vista mozzafiato a strapiombo sulla valle. Al di sotto della chiesa la grotta del Santo ospita un giaciglio, la "Culla di Sant'Onofrio", in cui secondo la tradizione popolare, coricarsi aiuterebbe a guarire dai dolori. Nella grotta la pietra conserva uno strano calore e i fedeli raccolgono l’acqua che filtra dalla parete, ritenuta taumaturgica.