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Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori e dell'Addolorata a L'Aquila

Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori o dell'Addolorata

Comune:  L'Aquila
Come arrivare:  A24 RM-TE uscita L'Aquila da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ L'Aquila
Notizie:  La chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori, già chiesa della SS. Trinità, deve l'attuale nome alla Confraternita che nel 1569 vi si insediò al fine di avere a disposizione una più spaziosa sede che degnamente potesse rispondere alle esigenze dell'allora crescente fervore devozionale alla Vergine Addolorata. Essa era parte di un complesso architettonico del quale non è dato sapere con certezza quale fosse la reale articolazione planimetrica, che subirà nel corso dei secoli numerosi cambiamenti per giungere a quella che è l'odierna conformazione. Allo stato attuale il Complesso architettonico dell'Addolorata appare composto da più corpi di fabbrica. Lo spazio principale è costituito dalla chiesa a pianta rettangolare con altare maggiore e laterali realizzati in stucco. L'aula, fasciata da una teoria di paraste composite che sorreggono un'elegante cornice modanata, presenta un ingresso coperto da cantoria e due accessi, nella zona presbiteriale, che conducono, sulla sinistra, al Cappellone ottocentesco e, sulla destra, alla sagrestia. Quest'ultimo ambiente, anch'esso dotato di altare ligneo e soffittatura piana, immette a sua volta all'Oratorio, alla stanza del tesoriere e, attraverso un piccolo passaggio, al cortile coperto che funge da disimpegno per l'accesso ai vicini locali di servizio della confraternita. L'Oratorio, nel rispetto dei canoni tipologici che informano i locali di riunione delle confraternite, presenta anch'esso un impianto rettangolare, fasciato lateralmente da scanni lignei affrontati che fanno da cornice allo splendido altare settecentesco, opera dello stuccatore di origini lombarde, Francesco Membrini.
Il Cappellone, posto lungo il fianco sinistro del complesso confraternale e un tempo coperto da una successione di volte a crociera, è dotato di un solo altare lungo la parete di fondo che dialoga con il semplice spazio rettangolare, rifinito da una cornice modanata in stucco che corre lungo le quattro pareti dell'aula. Sul fianco opposto il complesso confraternale dell'Addolorata si conclude con il blocco del campanile a vela che cela il corpo di fabbrica a due piani edificato su progetto dell'architetto Giovan Francesco Leomporri. Si può affermare con certezza che la conformazione attuale non sia frutto di una preesistente chiesa a tre navate ma piuttosto il risultato di una lenta stratificazione avvenuta mediante modificazioni e ricostruzioni di ambienti annessi al primitivo tempio della SS. Trinità, ancora riconoscibile nell'invaso ad aula rettangolare della chiesa dell'Addolorata. Sappiamo che nel 1644 fu costruita la sagrestia e nel 1671 la cantoria lignea, quest'ultima per mano di tale mastro Gio. Giacomo. Bisognerà attendere i primi anni del secolo successivo per assistere all'intensificarsi delle vicende architettoniche che prendono avvio prima del terremoto del 1703, per subire una repentina accelerazione dopo l'evento sismico. Nel 1700 viene nominata per la prima volta la Cappella della Congregazione, ossia l'oratorio per la riunione dei confratelli, nello stesso anno stuccato e fornito di altare al fine di potervi celebrare le funzioni liturgiche. Giunti al 2 Febbraio 1703 anche la chiesa dell'Addolorata fu colpita dal tremendo terremoto che interessò l'intera zona dell'aquilano, in seguito al quale l'edificio, pur non cadendo completamente al suolo, venne gravemente danneggiato nelle strutture murarie al punto da richiedere, negli anni successivi, la parziale demolizione e ricostruzione ex novo. Questa ebbe inizio nel 1706; nel 1710 era ultimato l'involucro murario e si diede avvio alla realizzazione della struttura in mattoni dell'altare maggiore e alla pavimentazione della chiesa, elementi essenziali per garantire al più presto l'utilizzo dell'edificio, pur se privo delle necessarie rifiniture delle pareti e dell'apparato decorativo. Nel 1718 venne completato il soffitto ligneo e a tal punto l'invaso spaziale dell'aula doveva apparire nelle grandi linee concluso, fatta eccezione per la finitura delle murature perimetrali e del capo altare, ancora privi della necessaria arricciatura e della benché minima finitura a stucco, per la quale bisognerà aspettare i primi anni '30 del secolo. A completamento delle opere esterne nel 1728 venne realizzato il campanile. Con la fine del secondo decennio del secolo la ricostruzione della chiesa, dell'annesso oratorio e dei locali di servizio era quindi completata. I confratelli vollero poi che la complessa opera di stuccatura e di decorazione degli ambienti fosse coordinata a monte da un progetto architettonico unificato, da affidare ad un architetto qualificato. La scelta cadde su Pietro Paolo Corani, architetto milanese impegnato proprio in quegli anni nella direzione dei lavori del S. Agostino aquilano dopo la morte dell'architetto romano G. B. Contini. È interessante notare come il progetto dell'Addolorata, mirato all'ideazione dell'apparato architettonico e decorativo della chiesa, si ponga come nuovo e qualificante elemento per meglio delineare la figura professionale del Corani. Fu poi nel 1731 che il sodalizio acquistò la statua della Madonna Addolorata in Roma, ancora oggi perfettamente conservata, collocandola nella nicchia dell'altare chiusa con vetrata. Qualche anno più tardi venne affidata a Francesco Membrini, anch'egli milanese, la stuccatura del nuovo altare e della volta dell'oratorio. Notizia questa degna di rilievo alla luce del fatto che al Membrini venne affiancato Pietro Piazzoli, personalità di spicco tra i lombardi operanti all'Aquila nei primi decenni del secolo.
Informazioni:  Chiesa dell'Addolorata, Can. Pasquale Lazzaro, tel. 0862/413324; Soprintendenza PSAE dell'Abruzzo tel. 0862-633212; Ufficio I.A.T. tel. 0862-410808; Municipio tel. 0862-6451
Stato di agibilità:  Inagibile
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